di Fabio Convertino.
Sono almeno due i comportamenti sul web che influenzano il nostro rapporto col cibo: il food porn, e quelli che potremmo definire i “consigli degli influencer”. Entrambi questi comportamenti entrano nella nostra filosofia alimentare in maniera lenta, graduale, probabilmente subdola. Ed è per questo che non siamo in grado di controllare pienamente l’influenza che hanno su di noi.
Food porn
La moda di postare foto e video del cibo è una delle più diffuse, e forse una delle più interessanti, opportunità offerte dai social network. È un modo per fissare nella memoria un’occasione speciale, per esempio un compleanno, per dare un po’ di risalto ad un momento quotidiano, come un caffè al bar con gli amici, o per restare in contatto con persone che vorremmo fossero vicine, e invece non lo sono. Tuttavia il food porn nasconde un’insidia: il desiderio, non necessariamente consapevole, di suscitare negli altri invidia.
Esibire un’automobile, un vestito o un paio di scarpe, solo per essere invidiati, è cosa diffusa, anzi, c’è persino chi arriva ad esibire un cane, un titolo di studio o un fidanzato. Ma per il cibo la cosa è diversa. Le implicazioni psichiche che riguardano l’atto di nutrire/essere nutriti sono molto profonde e arcaiche nella nostra storia individuale. Basti pensare a quelle persone che offrono cibo agli ospiti, e insistono come se fosse una questione di principio.
Di conseguenza l’esibizione massiccia di contenuti alimentari può creare sbilanciamenti psichici legati al cibo e alla sua percezione. Così come, e lo sappiamo bene, quando un politico sovraespone la propria immagine sui media, riesce a spostare il consenso degli elettori dalla valutazione sul suo operato, alla “simpatia” che egli riesce a suscitare. In questo modo un alimento può assumere (e comunicare) non soltanto caratteristiche di sex appeal, di appartenenza politica, di status sociale, com’è sempre stato, ma arrivare a codificare concetti più pervasivi come la serenità familiare, la felicità di coppia, e altre cose di questo tipo. Con le conseguenze che si possono immaginare.
Influencer e influenced
Il web consente di avere un rapporto diretto e continuativo con i divi del cinema, dello sport o i cosiddetti influencer. Anche questa è cosa tutt’altro che negativa, ma ogni medaglia ha il suo rovescio. Recentemente un ex sportivo professionista, oggi noto personaggio tv, ha spiegato sui social i dettagli della sua dieta, consigliandola ai suoi follower. Il pubblico ha apprezzato moltissimo il consiglio, certamente dato in buona fede, e ha immediatamente iniziato a seguire quella dieta.
Fare un uso consapevole del web significa che i suoi contenuti devono essere presi con interesse, ma fungere da seme, da pungolo, non certo da verità assoluta e indubitabile. Le indicazioni, poniamo, per una terapia del diabete possono anche essere corrette, ma è sempre meglio chiedere prima al proprio medico. Allo stesso modo di indicazioni per curare l’ipertensione, o, come in questo caso, per una dieta alimentare.
Anche nel caso dei consigli degli influencer, come per il food porn, la pervasività del web nella nostra quotidianità può creare ricadute molto evidenti sul piano del nostro rapporto con il cibo. Per questo motivo la società civile nel suo insieme, a partire dalle associazioni, e arrivando fino alla politica, dovrebbe individuare strategie e approcci per fare sì che un consiglio resti tale, e non si trasformi seduta stante in una indicazione terapeutica.
È proprio da questi spunti offerti da Fabio Convertino, psicologo e psicoterapeuta, che abbiamo animato un interessante dialogo il 18 maggio scorso durante l’appuntamento riservato ai soci, Conversazioni con Sloweb dal titolo “Il web e l’alimentazione”. Vuoi unirti anche tu alla prossima?